Garofano e vecchi merletti: una commedia thriller socialista senza trama.

Socialist Park: tutto ebbe inizio quando il primo garofano spuntò dal brodo primordiale. E poi spuntò il secondo, e iniziarono a litigare.

Da quella volta ogni mattina a San Marino, come sorge il sole, un socialista si sveglia e sa che dovrà correre più veloce di un altro socialista o verrà spetalato. E ogni mattina a San Marino, come sorge il sole, un socialista si sveglia e sa che dovrà corrrere più veloce di un altro socialista o resterà guzzo di andare dalla DC.

E’ la lotta per la vita: l’evoluzione della specie avviene come risultato di caso e necessità, e il Partito Socialista è maestro indiscusso della necessità di attaccarsi al caso. È una doppia elica a forma di garofano, è come un grande gioco della Lego difettoso, un E-Lego con i mattoncini che non si incastrano fra di loro o che se per caso si incastrano manca proprio quello che sta nel mezzo, che cerchi cerchi e non trovi mai, salvo poi camminarci sopra scalzo di notte.

Aggregare (alleare?) tutto per non aggregare (alleare?) niente, il partito gattopardesco per eccellenza che ha in Tancredi Falconieri uno dei massimi esponenti del pensiero politico socialista, sarà sempre lui? In fondo non sono neanche passati duecento anni e un socialista è per sempre. Se dai diamanti non nasce niente, dai socialisti può nascere un paradosso: il socialista in te non si accorda con il socialista che è in me, che non si amalgamano con il socialista in se. Da uno tanti, il tentativo di aspirare al cielo diventato torre di Babele, la prima leggendaria associazione socialista della storia.

In quel vecchio film in bianco e nero due adorabili vecchiette avvelenano i pensionanti che accolgono in casa facendoli poi seppellire in cantina dal nipote che si crede un presidente. Nella nuova versione la trama non cambia poi tanto.

Servirebbe un’arca dell’alleanza riformista, ma l’unica è sepolta sotto la cantina delle scalette.


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