(Rimini) – Dura presa di posizione dell’associazione scheletri dopo la notizia del rinvenimento di alcune prove all’interno delle cassette di sicurezza di Rimini nell’indagine sul ‘Conto Mazzini’. L’associazione parla di ‘condizioni inaccettabili’ e di ‘spazi troppo angusti’.
– “Possiamo capire gli armadi; in quelli a due ante possiamo anche stare in piedi tranquillamente e trascorrerci del tempo; ma nelle cassette di sicurezza non se ne parla; a volte siamo costretti a contorsionismi fuori da ogni logica, costretti a far combaciare teschio e bacino insieme, non è bello”.
Sono forti le parole del portavoce dell’Asso Ossa che, con il suo appello, ha scaldato il costato dei pochi scheletri che hanno avuto il coraggio di uscire dagli armadi. La mobilitazione sembra essere quindi alle porte; ma ci sono ancora numerosi scheletri incastrati che non riescono ad uscire.
“E’ giunto il momento di riprenderci i nostri diritti!” – gridano gli scheletri sventolando bandiera l’ossa, mentre il Movimento Osseo raggi 3x.0 annuncia una raccolta firme per non pagare le radiografie fatte in Italia.
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Ora basta! Dopo gli armadi, spuntano le cassette di sicurezza, gli scheletri si arrabbiano: “lì troppo stretti!”
