(Musica da camera) I lavori consiliari vanno per le lunghe, la discussione prosegue ed in radio la musica sta per cambiare. Basta con la cacofonia degli interventi sgrammaticati, niente più improvvisazioni jazzistiche e voli pindarici sugli articoli della finanziaria: la maggioranza, vista l’ora tarda, adeguata alle decisioni sottobanco, ha deciso che è il momento della classica con “I Notturni”, composizioni per pianisti soli.
Per la realizzazione della suite, che comprende varie opere, la maggioranza ha preso spunto da composizioni che si adattano facilmente alla sua indole sognante e tipicamente romantica. Esse sono il trionfo del bel “me la suono e me la canto” e dell’espressione del potere; sono per lo più opere in forma di una monodia (una composizione per una voce solista avente una sola linea melodica) accompagnata, strutturate in “Ah-Boh-Mah” a volte con una breve coda con carattere di Decreto Delegato. I capigruppo le insegnano spesso agli alleati affinché imparino che cosa intendano per tono degli interventi e per tocco sul pulsante del voto. “I Notturni” hanno spesso la peculiarità di essere divisi in più sezioni tematiche contrastanti: troviamo accostate varie espressioni di stati di cose (deficit, tagli, va-tutto-bene, indebitamento, salvataggi degli istituti di credito, eccetera, descritti con espressioni dolci, tenere, sognanti, ma anche violente) ed inoltre un uso più raffinato degli emendamenti che ora si fondono totalmente con la melodia. Tema ricorrente sono lo spirito di responsabilità e il Bel Canto italiano, legati indissolubilmente a tutte le loro opere.
La programmazione radiofonica dalle tre alle sei del mattino prevede invece le serenate del PS a Bene Comune, adatte a coloro che non riescono a dormire sonni tranquilli.
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Lavori consigliari ad oltranza, in diretta radio “I Notturni”
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Mondo para-cucco: Conduttore radiofonico rivela la sua incredibile storia: “Sento le voci”
Ed alcune hanno un fastidioso ritorno in cuffia. Il radiocronista, di cui non riveliamo l’identità per motivi di riservatezza, è un fiume in piena quando ai nostri microfoni ci confida il suo segreto. L’uomo è testimone auricolare di stranissimi episodi accaduti sul posto di lavoro che sembrano non avere spiegazioni plausibili. “La regia mi passa voci che sembrano provenire dall’altra parte” – continua – “una volta ho perfino ricevuto una telefonata da un tizio che affermava di essere un ascoltatore di trapani”. Possibile? – “…c’era uno poi che parlava da mosca” – continua l’uomo cercando di nascondere la sua incredulità. Come ci riesce? Domande, domande e ancora domande. Fenomeni che non avvengono alla luce del sole perchè fotosensibili?

L’ascoltatore di trapani?
