Quando l’ha vista, quasi per caso, Marino ha pensato ad un’allucinazione dovuta alle esalazioni etiliche della vicina vinicola. Marino Guardoni, di professione oculista, stava portando il cane ad espletare i bisogni quotidiani quando ha intravisto dalla finestra della sede di Repubblica Futura, situata nell’ex sede di Alleanza Popolare, una bandiera con raffigurato il logo del movimento Rete appesa al muro. Marino ha immortalato la scena col suo telefonino ed ha intravisto, oltre la bandiera, anche una foto di Roberto Ciavatta a grandezza naturale piena di post-it a forma di cuoricino. Le foto hanno presto fatto il giro del web creando un putiferio tanto che alcuni esponenti di spicco del movimento hanno cercato di minimizzare l’accaduto, spiegando che quella era in realtà la stanza della ricreazione dove si prende il caffè e si gioca a freccette. Da ambienti vicini alla dirigenza la vicenda pare voglia essere liquidata al più presto, riducendola ad una bravata di qualche isolato buontempone orientato verso le battaglie passate. Qualcuno si è giustificato sostenendo che è la bandiera mercantile di Tutto il calcio minuto per minuto. Dal punto di vista disciplinare pare che non si materializzerá nulla sulla testa del nostalgico aderente ma non sono mancate le reazioni politiche. “A sto punto meglio la bandiera rossa!” fanno sapere da SSD memori della recente prestazione shock di Venturini durante la festa di MDSI assieme ad alcuni esponenti di Rete. A seguito delle reazioni contrastanti Guerrino Zanotti ha parlato di “problema culturale”. Molti hanno chiesto al segretario agli interni un riferimento in Consiglio Grande e Generale per stigmatizzare l’utilizzo di simboli pericolosi. Raggiunto ai nostri microfoni, Roberto Ciavatta, non ha rilasciato dichiarazioni perché coperte da segreto. Si attende la risoluzione del colpo di Stato per saperne di più.
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Tentativi del sottobosco politico affaristico di delegittimare i magistrati. Funghi e tartufi si dissociano, si punta il dito su lombrichi e scarafaggi
(Stabilimento Amaro Tilus) – Valeria Ciavatta ha pubblicamente dichiarato che il sottobosco politico affaristico sta mettendo in atto dei tentativi di delegittimazione dei magistrati sammarinesi. Tra i primi a dissociarsi, quelli dell’Associazione Micologica Sammarinese, che hanno tenuto a sottolineare come non solo la loro testata giornalistica (“Il Sottobosco”, appunto, ndr) non abbia nulla a che fare con questa situazione, ma che i loro diretti rappresentati, ovvero funghi, tartufi ed erbe spontanee, si siano detti disgustati dall’associazione tra il regno dei funghi e quello di certi esemplari umani.
“Cresciamo anche noi nell’oscurità” – ha detto ai nostri microfoni un finferlo che funge da portavoce – “ma rimaniamo comunque un ottimo accompagnamento per tanti gustosi piatti”. Si è aggiunta poi la dichiarazione di un tartufo – “anche se storcete il naso per il nostro odore, in fondo siamo buoni e commestibili”.
Nei prossimi giorni la Segreteria agli Interni, in accordo con quella al Territorio, darà vita ad una campagna di pulizia dei sottoboschi sammarinesi con la collaborazione dell’Ugraa. Per evitare di fare ‘di tutta l’erba un fascio’, per prima cosa sono state disarmate tutte le motoseghe a disposizione degli operai (pare che gli uomini dell’Ugraa abbiano il grilletto facile), per dotarli di più efficaci rastrelli. Dai prossimi giorni si inizierà a rimuovere il substrato che sta facendo marcire tutto il terreno. Le operazioni sembrano complesse e delicate, tanto che nelle zone più impervie e inaccessibili sono stati presi accordi con alcuni rocciatori alpini del Trentino Alto Adige. Non si escludono frane a valle.

