Il Natale delle Meraviglie è alle porte e immaginarlo non basta, occorre viverlo, anche al contrario. Nei giorni scorsi la struttura utilizzata per rappresentare San Marino all’Expo di Milano è stata accuratamente smontata per essere ricollocata in centro storico. Qualcosa però dev’essere andato storto nelle operazioni logistiche; pare infatti che gli smontatori della fiera abbiano erroneamente chiuso le casse di imballaggio inserendo le istruzioni di montaggio del padiglione svedese.
Come noto le tecniche ‘fai da te’ svedesi sono conosciute in tutto il mondo per la varietà dei componenti utilizzati e dei moccoli che può generare il montaggio dei loro mobili a chi si accinge alle operazioni per la prima volta.
La squadra manifestazioni ha comunque fatto il possibile ed il padiglione è stato perfettamente riprodotto nella galleria della Carisp. Purtroppo è stato rimontato al contrario, col soffitto sul pavimento e viceversa; ora tutto il padiglione risulta capovolto e già c’è chi grida all’immagine distorta che viene data all’esterno del sistema paese. Le statistiche sulla raccolta differenziata infatti sono ribaltate e mostrano percentuali discutibili quando invece è vero il contrario: siamo una nazione a rifiuti zero. Aperte le porte del padiglione alcuni turisti sono però rimasti incastrati nel design del pavimento ma sono stati prontamente sfilati dalle loro scarpe incastrate nelle forchette. Come risarcimento è stato donato loro un buono per l’acquisto di nuove calzature. Per ovviare all’inconveniente i tecnici stanno elaborando un tappeto di dadini di salumi e formaggi.
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Padiglione San Marino rimontato al contrario. Turisti infilzati sulle forchette del pavimento
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Expo, dopo la duecentomillesima visitatrice San Marino premia il visitatore più assiduo: era l’addetto delle pulizie!!
148 presenze in 148 giorni della stessa persona al padiglione San Marino (coincidenza?) dal 1 maggio al 25 settembre, un record assoluto per l’Expo, neanche Cina, USA, Italia, Russia, Corea e gli altri padiglioni più glam possono vantare un fan cosi fanatico!
Cosi dopo il riconoscimento della duecentomillesima visitatrice, al padiglione del Titano hanno pensato bene di premiare anche l’assiduità e la costanza di questo sconosciuto che, ogni mattina, con regolarità impressionante, si è recato in visita allo stand di San Marino.
Tutto pronto per la festa in vip lounge, con tanto di attestato di stima e prodotti tipici da donare in segno di riconoscimento, quando, tra stupore e sbigottimento generale, all’arrivo dell’ignaro visitatore, i componenti dello staff di San Marino hanno constatato che altri non era che l’addetto alle pulizie, il quale, come ogni mattina, si apprestava a rassettare il padiglione.
Sbrigata in fretta la cerimonia, ormai era tutto organizzato, l’uomo si è allontanato senza rilasciare dichiarazioni, lievemente preoccupato, cosi sembra, dal fatto che anche la Guardia di Finanza di Forli si era allertata per l’anomala frequenza delle visite. Ma poi tutto si è risolto in una bolla di sapone, per pavimenti. -

La piadina sammarinese combatte la fame nel mondo. Donata una stracchino e rucola pro Bono.
(Sunday Hungry Sunday) Non di solo pane vive l’uomo, ma anche di pida se parsòtt. Domenica scorsa all’Expo si è tenuto l’evento “It begins with me. How the world can end hunger in our lifetime”, contro la fame nel mondo. Testimonial della campagna il cantante degli U2 Bono, che ha preso alla lettera il motto dell’evento. “It begins with me, I’m hungry and I want a stracchino and rucola” avrebbe detto agli stupefatti addetti dello stand sammarinese di piadine che lo hanno immediatamente servito. Pur essendo abbastanza di fretta, Bono avrebbe trovato il tempo, una volta finita la sua piada, di fare una foto di rito (la rucola tra i denti è stata poi cancellata con Photoshop) ed autografare la cotenna di un prosciutto, congratulandosi con i piadinari: “It tasted very good, see you” avrebbe salutato con una forte “s” strascicata alla romagnola, prima di recarsi allo stand della Samurai per rimediare uno stuzzicadenti.
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Ambasciatore del gusto made in San Marino all’Expo, Panino indagato per ingiustificate spese di rappresentanza
(Man vs Food) Grande successo per il “PaninoMarino”, come affettuosamente è stato ribattezzato da molti visitatori dell’Expo che hanno risposto sputazzando con la bocca piena alla domanda su cosa pensassero del “panino del Consorzio”. Entusiasta il Segretario Lonfernini, che ha indetto una conferenza stampa per annunciare che questo non è che l’inizio: “Non è solo un panino. Dietro di esso c’è un progetto, gente che lavora di meningi e non solo di mandibola. Questo street food vuole essere l’emblema del rinnovamento della Repubblica, un Paese che guarda al futuro, non più la San Marino da bere, ma quella da mangiare. E in questo ambito internazionale, aggiungo una cosa ancora: Ai consider des de panino of Sen Marinou nos only a fuud of a cauntry, bas is an iuniversal messeg ov fridom ef dimocracy!”. Gli applausi hanno accolto perciò lo sbarco del PaninoMarino nella Cava dei Balestrieri, dove verrà servito infilzato da una verretta da balestra, agevolandone così la consumazione e rendendolo più tipico dei classici hamburger tenuti insieme da un banale stuzzicadenti. Ma ci si spinge ancora più in là: per il “Natale delle Meraviglie” è già in cantiere, pardon, in cucina, un nuovo piatto da strada (anche se, con il freddo e la pioggia, magari sarà meglio consumarlo al coperto): indiscrezioni parlano della “ZuppaTitano”, un sostanzioso piattone di fagioli in umido e cotiche con crostone di pane bruschettato, con un filo d’olio e formaggio, il tutto servito con un bicchiere di camomilla dolcificata con miele per contrastare le infreddature. Un occhio di riguardo anche al packaging di questi innovativi cibi da strada, puntando su tipicità e Km 0: se infatti il PaninoMarino verrà servito in un piccolo scatolone con tovaglioli di carta riciclata dalla Cartiera Ciacci, la ZuppaTitano verrà scodellata in terrine della tradizione ceramista di San Marino, insieme con un tovagliolo di stoffa stampata.
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Insalata mista di dialetti, Lonfernini colto da indigestione comincia a parlare in Swahili
(Accademia della crusca e dei 5 cereali) Nell’anno dell’Expo dedicato all’alimentazione si moltiplicano le iniziative che puntano a far conoscere le specialità tipiche, ed insieme ad esse la cultura del luogo di provenienza. Perciò largo ad una scorpacciata di cibi e bevande dai nomi più disparati, tutti declinati in salsa dialettale. Ma si sa, abbuffarsi non fa bene al fisico, e alla fine l’eccesso di vernacolo ha causato all’instancabile Segretario Lonfernini un’indigestione linguistica. Zittitosi improvvisamente durante un discorso pubblico per l’inaugurazione della settimana del bustrengo, l’attonita platea è rimasta a contemplare Lonfernini che, dopo qualche istante con lo sguardo vitreo fisso nel vuoto, ha iniziato a ruminare una frase sconnessa che suonava più o meno così: “Gnènca una vàca la sà ad ogli in tla bòca se t’an magn è furmai se tartuf, mo viva l’ostcia di purètt, mio nonno fava i matòni!”. I concetti hanno finito per farsi sempre più confusi, sfumando in una lingua assolutamente incomprensibile. I medici chiamati sul posto hanno constatato che l’attacco di logorrea era unito all’improvvisa conoscenza dell’idioma Swahili da parte di Lonfernini, anche se egli è apparso alquanto risentito dalla parola idioma associata a lui. Per riportarlo ad uno stato di normalità gli è stata imposta una dieta ferrea: per due settimane potrà mangiare solo alle mense delle zone industriali e al McDonalds, pasteggiando con il Rosso dei Castelli. Quanto al parlato, per evitare che il trauma diventi permanente, è stato dispensato dal frequentare l’aula consiliare ed in particolare dovrà evitare di ascoltare gli interventi di Andreoli e Riccardi.
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“In fondo a destra”, lunga fila per il padiglione di San Marino. Ma i turisti pensavano fosse il bagno
(Servizi) Dopo le proteste dei primi giorni di apertura di Expo, sono state installate le nuove indicazioni per il padiglione di San Marino e il cluster bioMediterraneo. Purtroppo, nella fretta i nuovi cartelli all’inizio del Cardo sono stati messi insieme a quelli che permettono di individuare i servizi igienici. All’iniziale entusiasmo per la coda venutasi a creare di fronte al padiglione sammarinese è perciò subentrato il caos quando gli addetti hanno dovuto cominciare a respingere le persone in fila in attesa di espletare urgenti bisogni corporali. Ad aggravare la situazione, il percorso che conduce i turisti al padiglione sammarinese passa prima dalle aree tematiche dedicate a cioccolato e caffé, che come noto, se assunti insieme, possono causare seri problemi intestinali (per non parlare di coloro che, non contenti, entrano anche nei padiglioni di legumi e spezie). Di comune accordo con gli altri paesi del cluster, è perciò scattata l’operazione di respingimento denominata “Water Nostrum”, ma gli sforzi messi in campo non sono per ora sufficienti ad evitare la fila di persone con la vescica in procinto di scoppiare, provate anche dal costante rumore di sottofondo della Lake Arena.
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Expo 2015, divieto di introdurre balestre e catapulte. La Federazione Balestrieri: “Alla pugna con baliste e trabucchi”
(Piazza d’armi) Improvviso problema organizzativo per la delegazione della Federazione Balestrieri, in procinto di partire alla volta di Milano per rappresentare San Marino all’Expo. Tutto era pronto per mostrare una fedele ricostruzione di un accampamento medievale e relativo palio delle balestre, anche per invogliare i turisti a visitare il Titano durante le Giornate Medievali, ma si è scoperto che le balestre e le ancor più pratiche e tascabili catapulte non possono essere introdotte nei padiglioni dell’Esposizione Mondiale. Subito un misso è partito a cavallo per esporre reclamo ai vertici milanesi, ma il veto è rimasto. Pare che i meneghini abbiano risposto “Va bene che siete abbastanza piccoli da essere grandi e che infatti vendiate le balestre anche ai bambini, ma se facciamo eccezione per voi dopo dovremmo anche permettere le sciabole agli infedeli saladini e i falconi da caccia ai barbari delle steppe orientali.” Di fronte a tale atteggiamento ostile, i balestrieri sammarinesi, al grido di “Fatta la legge, trovato l’inganno”, hanno deciso di impugnare le loro armi pesanti e formato una colonna di carri alla volta delle mura di Expo, dove sono pronti a cingere d’assedio i padiglioni e a bersagliare i feudatari di Milano con baliste e trabucchi, assenti dall’elenco degli oggetti proibiti e quindi permessi. Tale decisione ha fatto scuola, così che non sarà improbabile incontrare all’interno di Expo, per esempio, visitatori turchi armati di scimitarre, tedeschi con mazze chiodate, francesi con bombarde, giapponesi con spade da kendo e così via. L’assedio sammarinese potrebbe durare a lungo, ma, sempre rispettando il regolamento, l’animo dei combattenti sammarinesi potrà essere rinfrancato da shortini di liquori tipici, purché in bicchierini di capienza non superiore a 100ml.
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Taglio del nastro al Padiglione San Marino causa black out! Metà Expo senza corrente
Colpo di fulmine? no, colpo di forbice! Il Segretario va lungo al taglio del nastro dell’inaugurazione e recide anche un cavo elettrico principale lasciando senza corrente metà Expo tra lo sgomento e la sorpresa generale. Gli espositori di Australia e Nuova Zelanda, ancora sotto fuso orario, credendo che sia già sera, chiudono gli stand e si mettono a dormire. Vibranti le proteste dei protestatori mentre nel padiglione del Titano si minimizza e si tergiversa. “E’ stato un deprecabile incidente” si legge in una frettolosa nota “sono cose che possono succedere in queste grandi organizzazioni e poi quel cavo non sarebbe dovuto essere li, ed era troppo colorato, facile confondersi.”
Alcuni testimoni presenti sul luogo sconfesserebbero però l’ipotesi dell’incidente, le dichiarazioni sono da prendere con le molle ma più di una persona avrebbe visto il Segretario in preda di una sorta di resezione acuta compulsiva, e dopo aver tagliato il nastro ha tirato dritto recidendo di netto cavo elettrico, tende, stoffe, tovaglie e potato anche le piante del padiglione. Addirittura c’è chi sostiene che in ultimo mano di forbice abbia fatto sedere le due stagiste presenti nel padiglione e che abbia tagliato loro i capelli, con risultati peraltro sorprendentemente apprezzabilii.
Mentre gli organizzatori hanno fin da subito messo al lavoro un team tecnico per ovviare all’inconveniente e hanno inviato degli addetti a svegliare i componenti delle delegazioni australiane e neozelandesi, piano piano fuori del padiglione di San Marino si è creata una discreta fila di hostess e impiegate dell’Expo intenzionate a farsi dare una spuntatina alla chioma. Titan Style.
“galeotto il forbicione e chi l’ha stretto…”





